CENNI STORICI

Le Origini

Crotta d'Adda sorge su un terrazzamento poco lontano dal punto di confluenza dell'Adda nel Po. Questa caratteristica geografica costituisce ancora oggi uno degli aspetti peculiari del paese e ne ha anche segnato la storia, che risale sicuramente a tempi molto antichi.

Il territorio, inoltre, in parte salubre ed elevato ed in parte basso e paludoso, deve aver fornito agli antichi, la possibilità di vivere, a seconda delle necessità contingenti, sia su palafitte che in grotte e che proprio da quest'ultime sembra sia derivato il nome 'Crotta', anche se oggi, non disponiamo di reperti cavernicoli, scomparsi forse a causa di bradisismi o per i frequenti alluvioni dei due fiumi Po e Adda.

Altra ipotesi dell'origine del nome Crotta è che derivi da Gherardo Crotto nobile bergamasco trasferitosi a Cremona, come riferisce lo storico Giuseppe Bresciani (1599-1670) nel suo manoscritto: 'Vico siculo da soldato di Ottaviano fu quello loco presso il fiume Adda edificato lungi dalla città venne...verso ponente. Venuti in discordia Gherardo Crotto nobile bergamasco con i suoi fratelli fatta le divisioni dei beni patrimoniali tratta la sua porzione in denari partitori, se ne venne a Cremona dove comprò terreni a Vico siculo poi denominati Crotta in memoria di sua famiglia.

In epoca Romana (218 a.C.)

L'abbinamento al fiume Adda (anche con le variazioni del suo corso) e la rilevanza strategica della località a terrazzamenti in prossimità della confluenza fra Adda e Po costituiscono una ragione dei numerosi fatti d'arme che nel corso della storia ebbero come centro Crotta d'Adda o ne interessarono il territorio. Romani e popolazioni galliche ebbero a scontrarsi in queste zone all'atto della fondazione di Cremona (218 a.C.), mentre la successiva suddivisione dell'agro cremonese coinvolge anche i terreni crottesi e collega Crotta d'Adda con le vicende della città di Cremona.

Dopo la caduta dell'Impero Romano

Nel periodo successivo alla caduta dell'impero romano, lo stanziamento dei Longobardi determina l'origine delle 'Corti' regie, poi vescovili, quale struttura decentrata per il governo e l'amministrazione delle terre, regolata, nel periodo del Regno dei Franchi, con apposita legislazione (il 'Capitulare de villis'). Crotta è quindi Corte regia all'inizio del XI secolo il cui gastaldo risiedeva a Tencara, in seguito passa sotto l'amministrazione del Vescovo di Cremona, con ricorrenti conferme imperiali dei diritti vescovili sulle acque dell'Adda e sulle terre, mulini e porti. Nella conferma dei beni fatta nel 1057 da Enrico IV al Vescovo Ubaldo e nell'investitura del vescovo Siccardo del 1187 viene citata, tra molte altre chiese, anche quelle di Crotta d'Adda, di cui viene ribadita l'appartenenza alla diocesi cremonese ad esclusione di Tencara, che un diploma dell'anno 877 testimonia essere in dotazione della Badia di S.Sisto e Fabiano di Piacenza.

La costituzione del libero Comune di Cremona (secolo XI) comprendeva anche il territorio fra Serio e Adda: Crotta ne fece parte come 'Comune rurale' suddito del Comune cittadino, conferito alla Contrada di Porta Ariberti. Nel XIII secolo, all'epoca delle autonomie comunali, i crottesi pretesero il diritto di nomina del proprio console, pur riconoscendo sempre i diritti ed i privilegi del Vescovo di Cremona.

Nel Medioevo

Le lotte dell'epoca medioevale coinvolgono Crotta d'Adda, nei conflitti che interessano le piazzeforti circostanti, finché nel XIV secolo, con Cremona, passa sotto il controllo dei Visconti, signori di Milano, aprendo un lungo periodo in cui le vicende politiche a più vasta scala si ripercuotono sul territorio locale. A questo proposito si possono citare le guerre fra Milano e Venezia (con episodi di battaglie terrestri e scaramucce fluviali) nel XV secolo, in un territorio ricco di terreni paludosi, ma di grande importanza strategica per il controllo, appunto, delle vie d'acqua. Con l'avvento di Francesco Sforza alla Signoria di Milano (che sposò Bianca Maria Visconti a Cremona nel 1441, avendo in dote le terre cremonesi) e con il successivo governo di Ludovico il Moro (iniziatore della politica di riordino delle acque e dell'impulso all'agricoltura) le vicende di Crotta si legano alla politica sovra-nazionale: la calata in Italia di Carlo VIII di Valois apre la lunga fase di guerre nella regione lombarda, con il conflitto fra Francia e Spagna e l'intermezzo del dominio veneziano fra il 1499 ed il 1508, mentre il pieno dominio spagnolo sullo Stato di Milano si protrarrà dal 1559 al 1713.

La Guerra dei Trent'anni

E ancora le vicende internazionali si riflettono sul territorio crottese con gli episodi bellici della Guerra dei Trent'anni e gli scontri fra spagnoli e franco-piemontesi; per non tralasciare le guerre settecentesche per la successione al trono di Spagna e, passato lo Stato di Milano sotto il controllo austriaco, per la successione al trono d'Austria, dopo gli assedi alla piazzaforte di Pizzighettone.

La posizione del paese, strategicamente interessante, che facilitava l'attacco senza precludere la fuga, fece si che Crotta, in più di un'occasione, diventasse capo di battaglia fra eserciti nemici, con le conseguenti e inevitabili distruzioni. Nel 1648, ad esempio, quando Cremona venne assediata dai francesi, savoiardi e modenesi, una parte di queste truppe decise di sostare qui, il 13 luglio, prima di tentare il passaggio dell'Adda, controllato dagli spagnoli, per ricongiungersi nel vicino castello di Maccastorna con alcuni rinforzi.

La sortita venne tentata il giorno successivo con alcune barche, cercando di mascherare con l'astuzia l'esiguo numero di soldati; ma gli spagnoli scoprirono l'inganno e volsero a loro favore le sorti della battaglia, mentre i francesi dovevano ritirarsi verso Formigara e San Bassano.

In epoca Risorgimentale

Esattamente due secoli dopo, in piena epoca risorgimentale, cioè nel 1848, giunsero a Crotta le truppe piemontesi in ritirata dopo le sconfitte subite dagli austriaci: un ponte di barche sull'Adda avrebbe dovuto permettere loro di riparare a Maccastorna, ma l'arrivo anticipato dei nemici li costrinse ad una breve quanto vana difesa e a proseguire la fuga in direzione di Piacenza. Pur se il territorio di Crotta ebbe a soffrire per la sua posizione strategica, la località doveva offrire qualche trattativa per le pittoresche prospettive sulle rive del fiume (come si esprimevano gli scrittori fra settecento e ottocento) e la presenza della Villa Stanga e di parte delle sue pertinenze (esempio significativo di architettura nobile) ne è efficace testimonianza.

Crotta d'Adda fin dal 1500 fu dimora del marchesato Stanga tuttora presente. Quando nella seconda metà del sedicesimo secolo, gli Stanga facevano a Crotta i loro primi acquisti, erano già stati preceduti da tanti altri patrizi cremonesi. Mercanti o professionisti di allora, che avevano accumulato denaro nei commerci, od altre attività, volgevano alla coltivazione del suolo i loro guadagni a Crotta d'Adda, in particolare, data la salubrità del posto e la possibilità di potervi passare giorni di riposo, di pesca e di caccia vennero fatti diversi acquisti, da qui un maggior frazionamento del terreno ed il continuo avvicendarsi dei proprietari. Nel 1731 i possessori erano ben 153 ed i pezzi 582.

Dal 1700 ai giorni nostri

Il predominio austriaco indusse riordini censuari nell'intero Stato di Milano e portò al rilievo catastale del 1731 e del 1757, due secoli dopo il Catasto spagnolo di Carlo V, che già aveva interessato Crotta quale pertinenza. Ora, attraverso la sequenza di tali dati, si nota l'ascesa delle proprietà della famiglia Stanga, quale proprietaria terriera, in un processo d'acquisizione che troverà conferma anche nel corso dell'Ottocento.

Nel Settecento l'opera di miglioria dei fondi agrari e di regimazione idrica ottiene ulteriore aumento di terreni 'utili' con la conversione a coltivo di paludi e la sistemazione di terreni irrigui, opere proseguite sino al secolo XX. In tale contesto risulta importantissima dal punto di vista della scienza idraulica, la costruzione della Roggia Nuova Stanga o Bernardella, opera di Vincenzo Stanga, alimentata dal Naviglio Pallavicino nei pressi di Soresina, al fine di irrigare la parte alta del territorio di Crotta d'Adda.

Altre vicende importanti non vi si avvertono e Crotta d'Adda si dedica al 'lavoro' sul suo territorio seguendo, passo passo, le vicende del vicino capoluogo, la città di Cremona.

IL TERRITORIO

IL PALAZZO COMUNALE

IL TRAGHETTO

PALAZZO STANGA

STABILIMENTO STANGA

IDELFONSO STANGA

IRMINA STANGA

RICORDO DEI CADUTI

RICORDARE

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