Lo Stabilimento di suinicoltura Stanga

“Lo stabilimento di suinicoltura del Marchese Idelfonso Stanga a Crotta d’Adda in provincia di Cremona, unico nel suo genere in Italia, e il più grande e il più completo fra i suoi congeneri in Europa, fa molto onore al nostro paese e all’industria zootecnica dell’Italia superiore sotto vari punti di vista”

Il Marchese Idelfonso Stanga per dare alla propria azienda agricola un carattere eminentemente industriale fece costruire un ampio fabbricato e ferro di cavallo per servire la pollicoltura industriale. Non essendo del tutto sicura che l’industria potesse essere redditizia, fu opportunamente consigliato da disporre le cose in modo che non riuscendo l’impresa aviaria, potesse avere sempre un locale atto ad essere adibito, con piccole modificazioni, come caseificio. Tale opera gli consentì al VII congresso internazionale di Agricoltura, nel concorso speciali di stabilimenti di pollicoltura, tenutosi a Roma nell’aprile del 1903, il primo premio la medaglia d’oro.
Purtroppo la pollicoltura sebbene impiantata razionalmente, non funzionò dal punto di vista economico.
Si intende sottolineare un disastro economico e non tecnico.
Infatti i costi di produzione erano elevati come risulta dai libri di casa, la carne prodotta veniva a costare 300 Lire per ogni Kilogrammo, mentre poi si doveva venderla in media a 180 Lire.
Tale situazione derivava da una ragione essenzialmente sociale, in particolar modo in Italia.
Affinché, il locale, (che era costato 80.000 Lire), cifra ragguardevole per quei tempi, non rimanesse inoperoso, si pensò alla suinicoltura.
Ma è proprio nel 1903 che decise di dare un forte impulso all’allevamento dei maiali, e quindi si recò in Inghilterra a fare nuovi e più importanti acquisti. Il fabbricato eretto per la pollicoltura poté essere trasformato facilmente a porcilaia.
Nel concretizzare definitivamente questa idea ebbero gran valore anche due altre ragioni, cioè da una parte la crescente richiesta di maiali, dovuta alle migliorate condizioni economiche del proletariato ed all’intensificazione dell’industria casearia che vi è collegata, e dall’altra la grande abbondanza di siero da latte che allora le grandi latterie, e principalmente quella di Acquanegra Cremonese, non sapevano utilizzare altrimenti se non scaricandolo nei fossi.

Lo stabilimento come riferito in precedenza è un vastissimo ferro di cavallo del raggio di 45 metri, chiuso da un fabbricato centrale che conteneva la casa del custode, la cascina per i maiali col generatore a vapore, il magazzino per i foraggi e l’altro per la paglia, cinque vasti porcili di metri 5x5.
Tutto intorno a ferro di cavallo girava il corridoio di servizio con rotaie “Decauville”, un piccolo binario che serviva per il trasporto del siero cotto che costituiva la base della nutrizione degli animali.
Il porcile aveva tre piccole finestre per la ventilazione ed era lungo quattro metri e largo due. A metà del porcile erano disposti i truogoli in terra cotta speciale, con due piccole divisioni, fabbricati dalla ditta inglese “Oates and Green”.
Le pareti erano munite di spranghe di ferro per impedire che la scrofa coricandosi troppo vicino al muro, schiacciasse i propri figli. L’illuminazione del porcile a luce elettrica o a gas acetilene era necessaria per l’alimentazione invernale e di sera.
Un muretto limitava tutto il corridoio di servizio e ne risultava un vasto cortile nel mezzo del quale si trovava il locale in forma di capanna che il Marchese chiamava “Pagoda delle scrofe”, a seguito dei suoi viaggi in Africa.
La struttura ricoperta di canne, accessibile da una porta era recintata, ciò fu degno di nota perché mentre le scrofe si ricoveravano in inverno la pagoda, nei periodi estivi potevano stare all’aperto al sole, nel cortile si faceva entrare abbondantemente dell’acqua per formare del fango.
Il cammino percorso da questo pioniere agricolo fece si che la sua industria diventò importante creando il più grande e più completo allevamento in Europa e aggiudicandosi numerosi premi in soli quattro anni: infatti già nel 1904 dopo un anno dall’installazione a Torino alla fiera agricola aveva vinto il I, II, III premio.
Alla fiera di Milano le attività dello Stanga fino alla vigilia della seconda guerra mondiale furono sempre ben rappresentate con molti premi e meriti.

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